La doma di un cavallo è la possibilità di rendere un cavallo idoneo ad essere montato e maneggiato da un essere umano. Questa parte di addestramento della vita di un cavallo deve essere eseguito da un professionista esperto e consapevole in quanto è un processo molto delicato e senza idonee competenze si rischia di creare degli scompensi importanti (e talvolta pericolosi) nell’animale.
In una situazione di normalità i cavalli vengono ritirati dai paddock in cui vivono in branchi a metà del terzo anno di età quando l’ossatura, le articolazioni e la muscolatura sono pronti e ben formati per poter sostenere il lavoro. Prima di tale periodo è bene che i puledri vivano il più possibile in modo naturale quindi in ampi prati in primavera e estate, mentre d’inverno in ampie stalle dove convivono con i loro simili e dove possono definire le gerarchie. Se si iniziasse la doma con troppo anticipo si avrebbe il rischio di problematiche fisiche importanti per via della ancora scarsa calcificazione ossea nonchè a livello mentale perché i puledri hanno bisogno di maturare anche come consapevolezza del proprio corpo e dei propri limiti e punti di forza.
La doma inizia con il “maneggiamento” ossia con un primo approccio all’uomo che prevede l’essere condotti e portati a passeggio, la pulizia del manto, la pulizia degli zoccoli e quindi la possibilità di chiedere serenamente la zampa, lo stare legati in box e successivamente ai due venti e in lavaggio. Quando il cavallo affronterà tutti questi passi in modo sereno sarà possibile passare alla doma vera e propria
L’addestramento di un cavallo non ha fine; ogni cavallo, anche se ben domato, dovrà proseguire nell’acquisizione di competenze per tutta la giovane età e dovrà mantenere un buon allenamento sia mentale che fisico per tutta la carriera sportiva.
La doma è il primo passo dell’addestramento ed avviene a piccoli passi.
In primis, il cavallo affronterà un lavoro in libertà per prendere dimestichezza con la persona che lavorerà con lui, meglio se in spazi non troppo ampi e chiusi per mantenere la concentrazione di entrambi.
Successivamente, dovrà affrontare il lavoro alla corda che verrà svolto in un primo momento in capezza e dentro ad un tondino (per agevolare il lavoro del professionista), poi con l’aggiunta di un fascione, poi della sella e infine della testiera con un’imboccatura leggera, semplice (ad esempio un filetto con il cannone grande o in cuoio) e non fastidiosa. Quando la conduzione nel tondino sarà consolidata si potrà passare al lavoro in campo, sempre alla corda, aggiungendo piccoli elementi nuovi come barriere e fossetto da superare con serenità oppure iniziando con qualche salto in libertà.
L’ultimo passo è quello di scavalcare il cavallo (ossia salirci sopra) con l’aiuto di qualcuno che ci tiene da terra, aumentando pian piano il carico sulla sella e alzandoci con il busto eretto solo quando il cavallo accetterà il peso.
La doma si ritiene conclusa solo quando il cavallo saprà fare perfettamente le tre andature, affrontare i cambi di direzione ed eseguire le figure di maneggio con sopra il suo cavaliere.
Vi ricordiamo che per le prime volte in sella di un puledro è bene ricordarsi che questi animali ancora non conoscono gli aiuti quindi è bene attrezzarsi con un collarino per evitare di dargli fastidio in bocca o di “tirare in bocca” se dovesse sgroppare o partire in fuga e di un frustino corto per agevolare leggermente il movimento in quanto ancora non conoscono come funziona il nostro aiuto con le gambe.
Ogni passaggio della doma deve comunque essere fatto dopo aver consolidato quelli precedenti e nella completa serenità del cavallo.
Il modo migliore per creare un legame forte con il proprio cavallo è quello di viverlo quotidianamente. Più riusciamo a conoscerlo in profondità, nelle sue paure o nelle sue insicurezze, più si sentirà capito e si fiderà di noi. D’altronde è un po’ come tra le persone… ci apriamo con gli altri solo quando siamo sicuri che possono capirci e sostenerci! Dobbiamo però non dimenticarci che il cavallo è un animale da branco e che dovrà quindi trovare in noi un buon capobranco con il quale confrontarsi perciò è necessario essere fermi e sicuri nelle decisioni che prendiamo con lui.
Un’altra ottima strada è quella del “rinforzo positivo” ossia stimolare con premi, carezze e ricompense le buone azioni del nostro cavallo in modo che associ il suo “far bene” ad una nostra azione positiva.
Anche una buona desensibilizzazione crea un rapporto di estrema fiducia tra cavallo e cavaliere.
Abbiamo approdondito la tematica dell'allevamento dei cavalli nell'articolo dedicato a allevare il cavallo.
Per desensibilizzazione si intende una serie di tecniche che permettono al cavallo di conoscere ed entrare in contatto con rumori, oggetti, colori e qualsiasi altro elemento di “disturbo” in modo che possa riconoscerlo nella vita quotidiana e non ne provi paura.
Un metodo che utilizziamo per la doma dei nostri puledri ad inizio lavoro è ad esempio l’avvicinamento spontaneo al panchetto per salire. Inizialmente, con il cavallo libero in mezzo al campo, il panchetto viene posizionato al centro. Il professionista fa finta di ignorare il cavallo allontanandosi e girandosi dall’altra parte finchè questo non si avvicina per cercare il contatto. A questo punto si può salire in piedi sul panchetto, anche in questo caso ignorandolo finchè non si avvicina nuovamente e a quel punto, e poi, aiutandosi tenendolo leggermente dalla capezza, lo si può toccare sulla schiena, sul garrese, sulle spalle e sull’attaccatura del collo, magari facendo anche qualche grattino… Appena il cavallo si rilassa e ti permette di avvicinarti senza tensione ci si può allungare fino a toccare anche l’altro lato in modo che, nel momento in cui si dovrà scavalcare il cavallo, esso sia già abituato a quel contatto.
Nella desensibilizzazione si possono utilizzare tutti gli oggetti che usiamo comunemente che emettono rumore, molto colorati o semplicemente che sappiamo che dovremo usare durante l’addestramento. Ad esempio possiamo passare delicatamente sul corpo del cavallo frustini, borsine della spesa, rami con foglie, indumenti, sottosella, ecc…
La doma del cavallo è sicuramente un momento cruciale nella vita dell’animale e va trattata e gestita con molta cura, senso di responsabilità e soprattutto rispetto. I nostri professionisti, con anni di esperienza alle spalle e dopo aver lavorato a livello internazionale, sanno comprendere eventuali problematiche e soprattutto adattare il tipo di doma alle caratteristiche caratteriali e fisiche del cavallo che si trovano davanti. È infatti importantissimo saper valutare ogni caso come unico con molta sensibilità e intelligenza perchè una doma sbagliata può rovinare la carriera agonistica del cavallo sportivo oppure può rendere un cavallo pericoloso e ostile verso l’uomo.
Qual è l'alimentazione migliore per il cavallo? La risposta nell'articolo l'alimentazione del cavallo.