Prima di iniziare questo articolo è necessario fare una precisazione, ossia fare una distinzione tra assetto e posizione in sella. Sono due concetti che vengono scambiati molto di frequente ma che invece sono molto diversi.
L’assetto è l’arte di stare con il cavallo nel movimento, potremmo semplificarlo dicendo che l’assetto è il “sentire il cavallo”, sentirlo nelle sue richieste, nei suoi movimenti, nelle sue necessità ed essere sempre insieme a lui.
La posizione è invece una questione più “tecnica”, ossia è il posizionamento del nostro corpo sopra al cavallo fermo. Quando il nostro istruttore ci correggerà la posizione ci indicherà dove devono stare la gamba, la mano, il bacino, la testa, ecc… per fare in modo che le nostre azioni vengano accolte dal cavallo e che il nostro corpo sia in equilibrio sopra di esso.
Nel momento in cui il cavallo si muove anche alcune parti del nostro corpo inizieranno a muoversi e non riusciremo più a gestirle così facilmente come quando il cavallo è fermo. Chi ci riuscirà in maniera più naturale e più in simbiosi con il cavallo possiamo dire che avrà un buon assetto.
In questo articolo andremo quindi a dedicare un po’ di tempo a questi concetti e a descrivere esercizi che possano aiutarci quando ci troviamo in sella e a migliorarci.
Come avere un buon assetto a cavallo?
L’assetto, se inteso come il “sentire il cavallo”, purtroppo devo darvi una brutta notizia: è innato!.. Ed è quindi difficilmente migliorabile!
Può decisamente essere aiutato da una buona posizione in sella, ma quando una persona “ce l’ha dentro” l’istruttore deve essere così bravo e saggio da aiutarlo “solo” ad esprimersi senza ostacolarlo con tecnicismi a quel punto superflui.
Si insegnerà pertanto il posizionamento delle varie parti del nostro corpo, si insegnerà la freddezza, la direzione, si insegneranno gli aiuti e le necessità del cavallo, ma tutto verrà molto naturale e anche il cavallo stesso si mostrerà sereno con la persona che lo sta montando.
Il punto è che la tecnica si insegna, ma il talento è naturale.
Mi piace però approfondire l’argomento del “talento” perché se è vero che di ragazzi assolutamente portati per l’equitazione se ne trovano davvero pochissimi, è altrettanto vero che spesso quei “pochissimi” vengono rovinati da scelte sbagliate. Ad esempio: istruttori non competenti o che non li capiscono, cavalli che gli mettono paura o comunque non idonei alla crescita, genitori che non li aiutano o che li spingono troppo… Quindi il cerchio si stringe ancora di più!
Anche tra i professionisti ci sono quelli dotati di un gran talento e quelli che invece si sono formati a suon di tecnica, studio e seguendo le orme di altri professionisti; quindi il fatto di non avere talento non vi esclude dalla possibilità di diventare un cavaliere o un amazzone di buon livello, vi richiederà solo più impegno e fatica. E comunque, anche se si ha talento, vi ricordo che senza tecnica non si arriva da nessuna parte!
L’assetto è quindi adattamento al cavallo e cambierà pertanto in base al cavallo che montate. Ricordo un video di uno stage di George Morris in Italia in cui faceva vedere tre tipi di assetto e li attribuiva ciascuno ad una tipologia di cavallo. Un cavallo caldo e sensibile non potrà essere montato allo stesso modo di uno grande e freddo.
È quindi una questione di sensibilità fisica e mentale, di predisposizione nei confronti di quel che facciamo, di essere nel momento e nel tempo giusto.
Per avere un buon equilibrio in sella bisogna innanzitutto partire dalla consapevolezza del nostro corpo. Nel nostro maneggio lavoriamo tantissimo con una istruttrice di pilates che aiuta i nostri ragazzi, con delle lezioni propedeutiche all’equitazione, a lavorare sulle parti corpo e sulle sensazioni che abbiamo di esse. Come possiamo lavorare sulla posizione se non sappiamo dove abbiamo ogni singolo centimetro di ossa, muscoli, articolazioni e nervi?
È chiaramente un lavoro lungo e costante, che deve essere allenato e controllato, ma che a lungo andare porta degli ottimi frutti.
Una volta che siamo connessi con il nostro corpo, come dico sempre ai miei allievi, è ora di definire quelle parti del corpo che ci aiutano ad essere in asse sul cavallo.
In primis dobbiamo essere al centro della sella. La nostra postura, anche da in piedi, non è quasi mai simmetrica e quindi le correzioni che facciamo nel quotidiano per evitare contratture o per sentirci meglio, le dovremo riportare anche in sella.
Quando il corpo sarà centrato e simmetrico sulla sella, partendo dal bacino fino ad arrivare alla nuca, si otterrà un senso di bilanciamento molto importante che aiuterà anche la regolarità del cavallo oltre che il nostro senso di sentirci più solidi sul cavallo.
Altro passo importante per l’equilibrio è il riuscire a mantenere due allineamenti molto specifici e importanti. In genere è facile visualizzarli quando li spiego “dal vivo” pertanto proverò a spiegarli in maniera semplice anche scrivendo; per farlo provate a mettervi di profilo.
La prima linea dritta immaginaria che dovete visualizzare quando siete seduti in sella parte dalla vostra nuca, ossia dalla parte posteriore del casco, attraversa le spalle, segue il braccio fino al gomito (che è piegato per tenere in mano le redini) e poi scende fino al bacino e raggiunge il vostro tallone del piede.
L’altra linea, invece, parte dalla bocca del cavallo, segue la redine, si prolunga sulla vostra mano e sull’avambraccio fino a raggiungere il gomito e intersecarsi quindi con la prima linea.
Questo è un ottimo modo per tenere sotto controllo ogni parte del proprio corpo quando siamo in sella e avere sempre un riferimento facile e immediato quando sentiamo che c’è qualcosa che non va.
La prima cosa che vi diranno durante la vostra prima lezione in sella è “tieni il tallone basso!”. Benissimo per i principianti e benissimo per i bambini dai 4 agli 8 anni, ma poi il discorso del tallone non regge più.
Quanto effettivamente il tallone riesce a scendere verso il basso è puramente una questione personale e di quanto è “libera” la nostra caviglia, pertanto più diventiamo consapevoli più l’affermazione passerà da “tieni il tallone basso!” a “metti il peso sulla panca della staffa!”.
Cosa significa?!
Significa che il peso del nostro corpo verrà indirizzato dal ginocchio verso la parte bassa della nostra gamba e scaricherà tutto sul metatarso del piede (alla base delle dita), ossia nel punto esatto in cui si appoggia il piede sulla panca della staffa. In questo modo il tallone potrà anche non essere completamente flesso verso il basso, potrebbe in effetti anche essere allineato con il resto del piede, ma tutto il nostro peso in sella sarà scaricato proprio in quel punto e ci aiuterà a mantenerci saldi in qualsiasi momento.
Questo evita tra l’altro anche un sovraccarico sulla schiena del cavallo perché non ci sarà tensione o peso sul vostro bacino ma si andrà a trasferire tutto sulle staffe.
Quindi se non riuscite a tenere il tallone basso non preoccupatevi, probabilmente il vostro corpo non ha tale mobilità e non è comunque importante. Focalizzatevi invece su quanto riuscite a spingere sulle staffe e mantenervi in equilibrio su quello.
Un ottimo esercizio per verificare la corretta posizione e per abituarci al peso sulle staffe è quello di stare sull’inforcatura, prima tenendoci ad un collare e poi staccando le mani: quando riusciremo a non “cadere sulla sella” o a sbilanciarci in avanti o indietro vorrà dire che avremo raggiunto una posizione di equilibrio per la quale tutti le parti del nostro corpo saranno allineate, il peso sarà scaricato correttamente e le mani non tireranno la bocca del cavallo per compensare sbilanciamenti.
Purtroppo nelle scuole di equitazione l’esercizio sull’inforcatura viene spesso sottovalutato o comunque è visto dagli allievi come una perdita di tempo (o peggio ancora come un esercizio faticoso, noioso e inutile) quando invece è di fondamentale importanza per le basi della tecnica.
Mi piace definire l’equitazione come un palazzo di 10 piani: tanto più saranno solide e profonde le fondamenta, tanto più si riuscirà ad arrivare in alto senza crolli!
Partiamo dal presupposto che pensare di andare a cavallo senza cadere è assurdo. Così come quando si va a sciare. L’unica differenza è l’altezza da cui si cade ;D
Quindi l’unica cosa che possiamo fare è affinare la tecnica per limitare le cadute il più possibile, ma sicuramente non possiamo escluderle.
Anche i professionisti più preparati cadono abbastanza di frequente e purtroppo a volte è semplicemente per errori banali oppure per circostanze non dovute all'allenamento o semplicemente perchè aumentando la difficoltà degli esercizi automaticamente aumenta il rischio.
In linea di massima comunque, quando abbiamo una buona posizione in sella e quindi il rischio di sbilanciamento è ridotto, la cosa più facile, immediata e corretta da fare è aprire le spalle e mantenere il peso sulle staffe.
Quando parliamo di aprire le spalle intendiamo dirvi di eseguire un movimento di adduzione delle scapole e non di portare indietro il busto. Il fatto di portare indietro il busto infatti tende solo a metterci contro al movimento del cavallo e di “schiacciargli” la schiena, invece se aprirete le spalle resterete nella corretta posizione di allineamento ma il vostro baricentro sarà portato più indietro e vi eviterà di rotolare in avanti al primo inciampo o alla prima sgroppata.
Anche il fatto di non “appendersi alla bocca” del cavallo è estremamente importante. Se abbiamo eseguito correttamente l’esercizio di lavoro sull’inforcatura prima con collare e poi senza allora non avremo problemi, altrimenti dovremo impegnarci a far agire le mani in autonomia rispetto al resto del corpo e ad evitare quindi che diventino la nostra ancora di salvezza a discapito del povero equino. Infatti, alla prima “beccata” del cavallo verso il basso oppure al primo inciampone finiremo dritti dritti con il sedere per terra!
Sarà comunque cura del vostro istruttore aiutarvi ad attuare con piccole strategie tutti quegli accorgimenti necessari alla vostra sicurezza, ma la cosa più importante per non cadere è fare i dovuti passi con estrema calma e competenza. Le basi sono assolutamente indispensabili e non possono essere saltate a favore di un divertimento nudo e crudo. Se volete imparare ad andare a cavallo la strada è fatta di sacrifici e di allenamenti non sempre allegri e divertenti, a volte ci si annoia, a volte si fa davvero molta fatica!
Non bruciate i tempi, quando sarete pronti a fare le cose il vostro istruttore vi aiuterà e ve lo dirà: ricordate che è importante anche per lui la vostra sicurezza, ma lo è anche la vostra crescita.
Abbiamo parlato di un esercizio pratico (quello sull’inforcatura) per i principianti, ma vorrei affrontare anche un esercizio pratico per esercitarsi nella posizione e nella morbidezza in sella anche per chi è un pochino più esperto, magari inserendolo in un esercizio che serve a ginnasticare anche il cavallo.
Materiale necessario:
Costruzione dell’esercizio:
La sequenza finale sviluppata sarà quindi quella di entrare al trotto, eseguire il dentro-fuori di croci, un tempo di galoppo per l’oxer e un tempo di galoppo per il verticale.
Step 1: Affrontare la linea al trotto cominciando con solo il dentro e fuori iniziale; due passaggi sono sufficienti per preparare il cavallo alla fase successiva.
Step 2: Affrontare l’intera linea sempre al trotto restando su altezze di 80-90cm al massimo e potete allargare l’oxer circa 10 cm in più rispetto alla sua altezza. Realizzare 4 o 5 passaggi.
Obiettivo per il cavaliere: entrare dritto sulla linea con un buon trotto attivo ma non veloce; mantenere il peso sulle staffe con le mani basse e un leggero contatto sulla bocca; lo sguardo sarà rivolto all’ultimo elemento della linea.
Il corpo del cavaliere dovrà essere morbido e seguire il movimento del cavallo senza disturbarlo; la concentrazione dovrà essere sulla flessibilità delle articolazioni e del bacino, sul restare simmetrici mantenendo la linea e sulla mano che segue l’incollatura del cavallo in maniera costante e delicata.
Obiettivo per il cavallo: Migliorare la reattività del cavallo; migliorare l’elasticità della schiena; perfezionare il passaggio della schiena e degli arti posteriori.
Questo è un ottimo esercizio per un cavallo che manca di forza nel posteriore. Il dentro e fuori richiede alla schiena uno sforzo per compattarsi, la distanza corta davanti all’oxer anche. In seguito, la larghezza dell’oxer richiede a tutta la parte compressa di svolgersi, poi velocemente di ricomprimersi nuovamente per l’ultimo verticale. Il cavallo dovrà riprendere in fretta l’equilibrio dopo l’oxer.
Per affinare le tecniche, come vale poi anche per tutti gli altri sport, in equitazione è necessario essere molto concentrati, avere degli ottimi insegnamenti e allenarsi tantissimo.
Le basi di istruttori capaci ci aiutano a crescere, ma soprattutto ci inseriscono in un ambiente sicuro, se poi abbiamo anche un po’ di talento sicuramente male non fa… l’importante è comunque essere determinati e cercare di tirare fuori il proprio meglio da ogni insegnamento e da ogni allenamento, che sia andato bene o male.Esistono molti esercizi per migliorare la posizione del corpo sia sul salto che nel lavoro in piano, ma avere qualcuno che ci segue che sia attento e competente, che ci corregge, che ci incita e sprona, è senza dubbio l’aiuto più grande perché può entrare davvero nei dettagli e farci vedere le piccolezze a cui non abbiamo mai prestato attenzione. Se poi a questo associate una buona consapevolezza del vostro corpo… siete già su un’ottima strada!!
Anche il cavallo ha bisogno di esercizi per migliorare l'elasticità dei muscoli: ne abbiamo parlato nell'articolo dedicato proprio agli esercizi per allenare i muscoli del cavallo.